Anno nuovo IRPEF nuova, per lo meno fin quando esisterà, perché di questo passo la strada verso l’imposta flat ci pare abbastanza segnata. Appena in tempo sul gong della fine dell’anno, il Dlgs 216/2023 – pubblicato in Gazzetta il 31 dicembre – ha infatti disposto l’attuazione della nuova imposta 2024 e il riassesto delle relative detrazioni per oneri e spese. Avremo insomma un’Irpef “orfana” di un’aliquota in più, visto che dai quattro previsti nel 2023 si passerà a tre scaglioni (già nel passaggio dal 2022 al 2023 uno scaglione era stato eliminato), e poi ci sarà una sorta di “franchigia” in entrata sul gruppone delle detrazioni applicate al 19% per i redditi più sostanziosi.
Aliquote Irpef 2024: le novità rispetto al 2023
Se quindi nel 2023 abbiamo avuto un assetto a quattro aliquote, per il 2024 varrà invece un’Irpef tre velocità.
Così nel 2023:
Redditi | Aliquota |
Fino a 15.000 euro | 23% |
Oltre 15.000 fino a 28.000 euro | 25% |
Oltre 28.000 fino a 50.000 euro | 35% |
Oltre 50.000 euro | 43% |
Alzando invece il primo scaglione a 28mila, e quindi di fatto inglobando due aliquote in una, questa sarà l’Irpef targata 2024:
Redditi | Aliquota |
Fino a 28.000 euro | 23% |
Oltre 28.000 euro fino a 50.000 euro | 35% |
Oltre 50.000 euro | 43% |
Acconti Irpef 2024: come si calcolano
È importante comunque specificare un aspetto, cioè che nella determinazione degli acconti Irpef 2024 si prenderà a riferimento, come imposta del periodo precedente (2023), quella che si sarebbe determinata applicando le disposizioni del 2024. È un po’ macchinoso da spiegare, ma di fatto, quando sì andrà a calcolare col metodo storico l’eventuale acconto Irpef dovuto per il 2024, per fare il confronto tra l’imposta 2024 e 2023 (anno in cui vigevano altre aliquote e scaglioni), il calcolo verrà comunque basato sulle tre aliquote entrate in vigore dal 1° gennaio: quindi da un lato si calcolerà ovviamente l’imposta 2024 e dopo si andrà a vedere quale sarebbe stata l’imposta 2023 se già l’anno scorso fossero state in vigore le tre aliquote di adesso.
Detrazioni Modello 730/2024 più basse per i più ricchi
Sul fronte invece delle detrazioni, il Dlgs dispone che per i contribuenti titolari di un reddito annuo superiore a 50.000 euro (al netto dell’abitazione principale più le relative pertinenze), verrà tolta una franchigia di 260 euro dall’ammontare complessivo di tutta quella serie di detrazioni applicate al 19%, ad esclusione però delle spese sanitarie, delle erogazioni liberali in favore dei partiti politici e dei premi di assicurazione sul rischio di eventi calamitosi. Se quindi da un lato è chiaro l’intento di ammorbidire, fiscalmente parlando, gli sconti alle fasce reddituali più ricche su esborsi abbastanza comuni quali mutui, scuola, sport, ecc, dall’altro lato si resta un po’ dubbiosi – ma tant’è – sulla scelta di far rientrare, in questo ristrettissimo “club” di spese immuni dalla franchigia, anche le donazioni ai partiti politici, considerando che le altre due tipologie di detrazioni che non verranno intaccate dalla nuova regola, sono quelle sugli oneri sanitari e sulle assicurazioni per calamità.
Luca Napoli