Buoni e titoli fuori da ISEE, ma non per domande ADI

01 MARZO 2024

Buoni fruttiferi, titoli di Stato: dentro o fuori dall’ISEE? Non c’è pace sulla norma che esclude/escluderebbe il computo dei prodotti finanziari fino a un valore massimo di 50.000 euro dal calcolo dell’indicatore economico familiare, ad eccezione (ultima novità arrivata col decreto PNRR varato dal Governo il 26 febbraio) degli ISEE presentati per chiedere l’Assegno di Inclusione e il Supporto alla formazione, cioè le due misure che sostituiscono da quest’anno il “penta-stellato” RdC.

Calcolo ISEE senza buoni e titoli: quando si applica

Cerchiamo allora di fare il punto partendo dal principio. La norma è stata introdotta dalla manovra 2024 – quindi valida, in teoria, già dal 1° gennaio – ma necessita, per diventare operativa, di un decreto attuativo ministeriale del Lavoro, provvedimento però di cui si attende ancora l’emanazione. Pertanto fino a quel momento, in mancanza del decreto che dia l’ok definitivo, CAF e intermediari stanno continuando come se niente fosse, calcolando cioè le Dsu ISEE 2024 senza escludere i buoni e i Btp risalenti al 2022 dal computo del patrimonio mobiliare; quando poi la norma diverrà effettiva non sarà necessario rifare da capo una nuova Dsu, ma basterà aggiornare quella già elaborata stornando dal calcolo i prodotti finanziari fino a 50.000 euro, per l’esattezza questi prodotti:

  • Buoni ordinari del Tesoro (BOT)
  • CTZ (Certificati del tesoro zero-coupon)
  • Buoni del tesoro poliennali (BTP)
  • Certificati di credito del Tesoro (CCT)
  • Buoni postali fruttiferi
  • Libretti di risparmio postale.

Calcolo ISEE: ai fini ADI non vale l’esclusione di Btp e buoni fruttiferi

Ora, a complicare ulteriormente la questione è intervenuta – come accennavamo all’inizio – la bozza del Decreto PNRR approvato nel Consiglio dei Ministri del 26 febbraio. Cosa dispone la bozza? In pratica, limitatamente alle sole domande di Assegno di Inclusione e di Supporto alla Formazione, la norma generale (quella appunto introdotta dalla Legge di Bilancio e che attende ancora l’“imprimatur” del Lavoro) secondo cui i prodotti finanziari vengono esclusi dal calcolo ISEE fino a un valore di 50.000 euro, non viene applicata “al fine di consentire il raggiungimento delle categorie più vulnerabili del Programma nazionale per la garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol)”.

Appare quindi evidente che si tratta di una “pezza” normativa messa per aggiustare il tiro di una norma che escludendo tout-court i buoni e i titoli di Stato dal computo ISEE avrebbe allargato le maglie economiche di due misure a vocazione “assistenziale” equiparando di fatto famiglie più abbienti dal punto di vista del risparmio finanziario a famiglie invece sprovviste di quel tipo di bagaglio economico. Ecco allora spiegata la ragione, come dice il decreto, dell’andare a “raggiungere le categorie più vulnerabili”.

Luca Napolitano