08 OTTOBRE 2025
Se il reddito 2025 è inferiore rispetto all’anno scorso, l’acconto IRPEF sul 2026 si può assottigliare. La scelta, però, di pagare un acconto inferiore va comunicata per iscritto entro il 10 ottobre al proprio sostituto d’imposta (datore di lavoro/ente pensionistico) affinché trattenga sulla busta paga di novembre una rata ridotta rispetto a quanto riportato nel prospetto di liquidazione del 730/2025.
Minor acconto IRPEF: chi può chiederlo
Il versamento “light” del secondo acconto novembrino, in previsione dell’imposta a saldo sul 2025, è possibile quando il contribuente si sta accorgendo di percepire meno reddito rispetto a quello dichiarato in riferimento al 2024, o magari quando, pur con lo stesso reddito, si stanno accumulando oneri detraibili tali da poter prevedere per il 2025 un’imposta decisamente più bassa di quella pagata per il 2024.
IRPEF: quando si paga l’acconto
La seconda rata di acconto IRPEF scade di regola il 30 novembre di ogni anno. Quest’anno fa differenza perché il 30.11 è domenica, dunque il termine slitta a lunedì 1° dicembre. Ricordiamo che per effetto del Dl 76/2013, l’acconto IRPEF sull’anno in corso è dovuto nella misura del 100%, cioè in pratica il 100% dell’imposta versata sull’anno precedente. Nella fattispecie, quindi, il riferimento è l’IRPEF pagata sui redditi 2024 (730/25).
Ora, se quest’ultima non fosse superiore a 52 euro, non sarebbe dovuto nessun acconto sul 2025. Se invece fosse superiore a 52 euro si aprirebbero due strade: o il versamento dell’acconto 2025 spalmato in due rate (16 giugno – 1° dicembre), oppure in un’unica rata (appunto 1° dicembre). Il versamento in due rate (rispettivamente del 40 e 60%) si applicherebbe se l’imposta sul 2024 riportata nel 730 fosse pari o superiore a 257,52 euro, viceversa il versamento in un’unica rata (100%) si avrebbe nel caso in cui l’imposta non superasse euro 257,52.
Acconto IRPEF: calcolo con l’aiuto di CAF ACLI
Ovviamente, se c’è bisogno di assistenza nel calcolo e nel disbrigo della pratica è possibile rivolgersi agli operatori delle sedi CAF ACLI. Ma attenzione! Il contribuente che voglia intraprendere la strada del calcolo previsionale, cioè sulla base del reddito 2025 (anno ancora in corso) e quindi in previsione della futura imposta (contrariamente al più gettonato e sicuro metodo “storico”), deve essere più che certo della sua correttezza.
Infatti, se al momento della futura liquidazione dell’imposta annuale 2025, dovuta a saldo tramite il 730/2026, gli acconti già pagati dovessero risultare inferiori a quelli che si sarebbero dovuti, scatterebbero a posteriori le sanzioni per versamento insufficiente. In ogni caso, prima ancora che arrivi la comunicazione di irregolarità da parte dell’Agenzia delle Entrate, potrebbe essere possibile rimediare ricorrendo all’istituto del ravvedimento operoso.


