29 SETTEMBRE 2025
Poco più di 24 ore, dopodiché la campagna fiscale 730 sarà chiusa. CAF ACLI lascerà aperti fino all’ultimo minuto tutti suoi canali di assistenza – online e presso le sedi fisiche – per garantire l’apporto tecnico dei suoi consulenti ai ritardatari più incalliti per l’elaborazione e la trasmissione dei modelli dichiarativi 2025.
Dal 1° ottobre invece, per tutti quelli che non saranno riusciti a dichiarare entro la scadenza del 30 settembre, si entrerà in zona Modello REDDITI (scadenza 31 ottobre). Inutile dire però il 730 conviene sempre, perché permette, laddove l’esito della dichiarazione fosse a credito, di ricevere il rimborso spettante in tempi più brevi, o dal datore di lavoro nella prima busta paga utile oppure entro fine anno o inizio 2026 nel caso dei modelli privi dell’indicazione del sostituto. Col Modello REDDITI invece, in caso di esito a credito, il rimborso viene versato dall’Agenzia delle Entrate nell’arco di uno/due anni.
Altro modello cui ci si deve eventualmente preparare, qualora fosse stato commesso qualche errore nel 730/2025 che abbia causato: A) il pagamento di un’imposta più alta del dovuto o B) la perdita di qualche detrazione spettante, è il cosiddetto 730 integrativo la cui presentazione scadrà quest’anno il 27 ottobre, visto che il 25 cade di sabato.
Il 2025 non è stato avaro di novità in tema di cambiamenti nei modelli 730. Ad esempio, la platea dei contribuenti che hanno potuto ricorrervi ha continuato ad allargarsi rispetto agli anni precedenti, includendo i due nuovi quadri M e T per dichiarare rispettivamente i redditi soggetti a tassazione separata e le plusvalenze di natura finanziaria, entrambe fonti di reddito che fino al 2024 avrebbero potuto essere inserite solo nel mod. REDDITI. Quest’anno ha segnato inoltre il debutto nel 730 dell’IRPEF a 3 aliquote: 23-35-43 per cento.
Novità ce ne sono state anche sull’aliquota di cedolare secca applicata alle locazioni brevi con un innalzamento dal 21 al 26 per cento se il locatore dà in affitto più di un’abitazione dal secondo immobile e fino al quarto. Se poi gli immobili fossero più di quattro, a quel punto l’attività verrebbe inquadrata in una vera e propria logica d’impresa, con l’obbligo conseguente per il locatore di aprirsi la partita IVA.
È stata data infine la possibilità di correggere la rateazione delle spese di Superbonus sostenute nel 2023, “rimangiandosi” la ripartizione quadriennale opzionata nel 730 dell’anno scorso (riferito appunto al 2023) e di allungarla a 10 rate, scongiurando così, per i contribuenti più a basso reddito, il rischio di perdere ingenti quote di detrazione nel caso sopravvenisse un limite di incapienza fiscale.


